RISPOSTE A DOMANDE #1

DUE PERSONE POSSONO AVERE LO STESSO TEMA NATALE?

- Cosa si può dire di due persone che condividono uno stesso cielo di nascita? 
- Quella dell’astrologia è una sistematizzazione statica?
- Lascia le persone senza libertà di scelta?

Per provare a rispondere a queste domande, darò innanzitutto alcune informazioni. I pianeti si muovono continuamente ed hanno ciascuno un proprio ritmo, di modo tale che il disegno delle loro rispettive posizioni cambia di continuo ed è unico per ogni istante. Gli indiani hanno calcolato ogni quanto tempo in teoria dovrebbe tornare lo stesso cielo, e pare che si tratti di un’unità di tempo davvero mostruosa: 4 miliardi e 320 milioni di anni. Un periodo di tempo a cui hanno anche dato un nome: Kalpa. È questo un termine sanscrito che indica in sostanza un ciclo cosmico, o eone, all’interno di una teoria evolutiva dell’universo che si basa su un andamento ciclico, e che è simboleggiata dall’immagine dell’urobòro, un serpente avvolto su se stesso che, nell’atto di mordersi la coda, forma un cerchio, senza un vero inizio e senza una vera fine.

Quindi, 4 miliardi e 320 milioni di anni sono un intervallo enorme, credo sia più o meno l’età stimata della Terra dal momento della formazione del sistema solare, secondo le teorie più in voga. Capite bene che, se ci vogliono più di 4 miliardi di anni perché si ripresenti una stessa identica configurazione celeste, significa che ogni istante è davvero piuttosto unico, e altrettanto unici sono quindi gli istanti di nascita degli individui. 
Occorre anche tenere presente che un oroscopo è un’equazione luogo/tempo: nell’oroscopo non vale la verità astronomica assoluta, ma quella relativa a un certo punto di osservazione sulla Terra. Infatti l’astrologia funziona in un’ottica non solo geo-centrica, ma proprio luogo-centrica. Un oroscopo è la rappresentazione grafica della situazione del cielo in un determinato momento, riferita a un determinato posto. Quindi ogni oroscopo fa sempre riferimento al luogo in cui l'evento che ne è l'oggetto si manifesta, e considera il cielo da questa prospettiva. Per esistere un nostro gemello astrale, dovrebbe pertanto essere nato nel nostro stesso istante, nel nostro stesso luogo di nascita. Considerando che, perfino nei parti gemellari, almeno qualche minuto passa sempre tra la nascita di un bambino e l’altro, ne possiamo concludere che, in linea di principio può senz’altro esistere una persona nata nella nostra stessa città, nel nostro stesso preciso istante, ma in pratica si tratta di un eventualità tutt’altro che facile a verificarsi. Ad ogni modo, considerando che nel mondo nasce più di un bambino al secondo, mi pare, è innegabile che in giro per il pianeta ci saranno molte persone che hanno un cielo di nascita molto simile al nostro, se non proprio uguale. Quasi sempre ci saranno almeno delle piccole differenze, ma, al di là di questo, proviamo adesso per puro amore di conoscenza ad ipotizzare che esistano due persone con lo stesso identico oroscopo, preciso spaccato al secondo, giusto per poter fare ulteriori considerazioni.
Cosa succede se due persone hanno lo stesso identico tema natale? Niente di particolare, in realtà. Se consideriamo il tema natale alla stregua di una mappa di orientamento - che consente di guadagnare conoscenza riguardo al funzionamento di una persona, alle sue potenzialità e ai suoi limiti, alle sue ricchezze e ai suoi problemi, che siano blocchi psicologici o complessi, o quant’altro - allora ciò che possiamo dire è semplicemente che la mappa in questione sarà utile a conoscere meglio entrambi gli individui. Tutto qui. Non c’è altro. 
La mappa non è il territorio. La mappa non è l’individuo. Noi non siamo la nostra mappa. Il tema natale può servirci a riflettere su noi stessi, se questo ci piace, ci è utile o almeno ci interessa. Può servirci a capire meglio le persone con cui abbiamo a che fare, così come può servire a loro per capire meglio noi. Ma l’individuo trascende qualunque mappa, qualunque quadro descrittivo che pretenda di spiegarlo. Perfino il nostro genoma, la nostra intera dotazione genetica, se la prendessimo e la duplicassimo esattamente ciò che otterremmo sarebbe un nostro clone, cioè un nostro gemello omozigote, che condivide il 100% del nostro DNA, ma che comunque è un individuo ben distinto da noi.
L’essere umano nel suo complesso è molto di più di quella dimensione che il tema natale può cogliere e descrivere col proprio linguaggio simbolico. Il tema natale coglie solo una sfera del nostro essere, cioè quella che in un contesto meno laico si potrebbe chiamare anima, ma che qui preferisco chiamare in altro modo: ovvero la nostra natura animale, la sede delle simpatie e delle antipatie, dei piaceri e dei dispiaceri, insomma il motore dei sentimenti, dei desideri e del nostro stato emotivo. L’essere umano in linea di principio ha sempre la possibilità di sottrarsi in qualche misura alla propria natura animale, alla cogente necessità delle simpatie e delle antipatie. Più lo fa, più diventa saggio, più matura, più si espande, più si sottrae alla natura della sua dotazione innata di attributi, descritta simbolicamente nell’oroscopo. Questo possibile affrancamento il tema natale individuale non lo può determinare, sta proprio fuori dal suo campo visivo, per così dire, fuori dalla portata del suo radar. L’astrologia funziona, eccome, ma dire che funziona, non significa dire che possa spiegare qualunque cosa. L’astrologia PER FORTUNA non può spiegare tutto. Entro certi limiti funziona e ci può essere utile, se è impiegata bene e in modo sano. E questo è quanto.
L’astrologia è statica? Ci lascia senza libertà di scelta? No, non lo è di necessità, ma molto dipende dal modo in cui la si usa. L’astrologia può essere senz’altro intesa e adoperata male, con un atteggiamento rigido, deterministico, meccanicistico, letterale. E questo è stato fatto ampiamente nel passato, purtroppo. Il determinismo astrologico è una vera e propria piaga che solca tutta l’evoluzione storica di questa disciplina, e che ha scatenato incessantemente dispute e dibattiti nel corso dei secoli, i quali hanno tra l’altro coinvolto il fior fiore dell’intelligenza umana di ogni epoca: Sant’Agostino, San Tommaso, Marsilio Ficino, Giordano Bruno, Pico Della Mirandola, Girolamo Savonarola, e tantissimi altri. Sono stati scritti molti pamphlet, molti “trattati contro gli astrologi”, che in realtà più che l’astrologia tout court avevano come proprio bersaglio un certo uso, appunto deterministico e letterale, dell’astrologia. Tra gli autori di questi libelli ce ne sono anche alcuni, come ad esempio Marsilio Ficino, che da una parte esprimevano le proprie sensate critiche agli astrologi “sputasentenze”, mentre dall’altra coltivavano una propria visione personalissima e per certi aspetti illuminata della materia. Sono proprio questi astrologi “scettici” i custodi del potenziale luminoso dell’astrologia, ed è a loro che personalmente mi richiamo.
L’astrologia in sé non sia può dire che sia intrinsecamente né buona né cattiva, però è indubbio che opera in un ambito sensibile e che si muove lungo un bordo molto sottile e sdrucciolevole. Tra l’altro in tempi recenti si sta caricando di forza propulsiva e si diffonde in modo crescente. Ciò accade perché le persone che vi si accostano trovano dei riscontri. Se ne può dedurre che non la si riuscirà a tenere emarginata e ghettizzata ancora molto a lungo, e che più che contribuire a diffonderla occore dedicarsi a promuoverne un uso sano, a misura d’uomo. Ciò costituisce un buon 50% del mio programma di astrologo intransigente. Il determinismo astrologico è uno dei miei due nemici giurati, una delle due cose a cui intendo oppormi appunto con la massima intransigenza. 
Della psiche non si può mai dare una definizione troppo ristretta e unilaterale, perché in tal modo la si avvelena e la si fa ammalare. Fatte queste necessarie considerazioni, credo di avere chiarito che non è l’astrologia ad essere statica, ma casomai un certo uso che se ne può fare. L’astrologia bene intesa e praticata è tutto fuorché statica. Le teorie psicologiche sono piuttosto statiche. Pensiamo alla teoria freudiana del complesso di Edipo, peraltro molto interessante, o alla teoria dell’attaccamento di Bowlby, che è tra l’altro una delle poche teorie psicologiche che hanno dei riscontri empirici di un certo rilievo.
Due importanti teorie, molto diverse, e per diversi motivi famose. Queste, però, sono sistematizzazioni statiche, rigide. Pretendono di spiegare l’uomo con teorie che si propongono come universalmente valide, uguali per tutti. Sono teorie che non riconoscono la nostra specificità, ci trattano come se ai blocchi di partenza fossimo tutti uguali. Il che non è vero. Non siamo tutti uguali. È un modo di guardare all’umano svuotato di qualunque profondità, un po’ come la concezione del tempo che vede solo il dato cronologico e non sa più nulla di quello qualitativo. Del resto, sono i frutti di una stessa cultura, di una stessa mentalità. Ma quanto più utile e feconda potrebbe essere una teoria dell’attaccamento che integrasse le potenzialità d’analisi del tema natale? A parità di altre condizioni, saranno diversi gli esiti di un attaccamento tra un individuo marchiato dal principio di Saturno e uno marchiato dal principio della Luna, vi pare?

Saturno: autonomia, emancipazione, durezza. 
Luna: fusione emotiva, dipendenza, mollezza.

L’oroscopo è un’istantanea, è la fotografia di un istante. Come rappresentazione grafica è sincronica: coglie tutto in una visione sinottica. Ma poi nei suoi effetti più che a un’immagine statica assomiglia a una bobina che si srotola nel tempo, dal momento che questa è la modalità con cui si sviluppano le nostre vite: secondo lo scorrere del tempo. Il tema natale, proprio come la nostra biografia, ha anche uno svolgimento diacronico. Infatti gli attributi e le dinamiche che il tema natale coglie ed esprime, sono da intendersi come un potenziale che bisogna poi vedere se e quando si concretizzerà. 
Faccio un esempio. Io ho l’ascendente Vergine, un fattore che, insieme ad altri concomitanti, mi inclina ad essere piuttosto ordinato, meticoloso, perfino un po’ pignolo. Ebbene, se un astrologo avesse interpretato il mio tema natale a mia mamma quando avevo 9 anni e le avesse detto di avere un figlio ordinato, meticoloso e anche pignolo, questa giustamente gli sarebbe scoppiata a ridere in faccia, perché da bambino un essere più caotico, confuso e indisciplinato di me non avrei saputo dove altro andarlo a trovare. Quindi, c’è stata un’evoluzione, o forse un’involuzione. In ogni caso: un cambiamento. Il fatto è che io fondamentalmente ho dentro sia la possibilità del caos, sia quella dell’ordine e del metodo. C’è una contraddizione, se volete, e il tema natale naturalmente la segnala. Il linguaggio dei simboli astrologici è così duttile ed elastico da restituire la contraddizione in tutto il suo splendore. Come tutte le contraddizioni, da un lato essa è una ricchezza, dall’altro può essere dolorosa da vivere: si tratta in fondo di due nature che non coesistono di buon grado. Se prevale il lato ordinato della persona, quello fantasioso e caotico si sentirà mutilato e oppresso. Se prevale il suo lato fantasioso e caotico, quello metodico sarà preso dal panico e dall’ansia di perdere il controllo.
Quindi, il tema natale è unico e individualizzato, non si applica a un umano astratto, ma è cucito sul singolo individuo. Inoltre, è estremamente articolato, ricco di sfumature, come vedremo quando descriveremo la struttura di un oroscopo. È così ricco che a volte risulta difficile orientarsi tra tutte le contraddizioni che esso segnala. Anzi, si può dire che proprio questa sia la difficoltà principale che si incontra quando si studia astrologia: capire come si trova la porta di ingresso nel tema natale, come si fa ad aprirsi un varco nella sua complessità soverchiante, per riuscire a coglierne gli aspetti davvero essenziali. 
La mappa dell’istante di nascita mostra proprio fino a che punto l’uomo è un microcosmo al cui interno si può ritrovare tutto il macrocosmo. Nell’uomo c’è tutto il cosmo, non solo quattro cose, quattro stili di attaccamento uguali per tutti e stop. Ciascuno di noi ha dentro tutti e 12 i segni dello Zodiaco, da qualche parte, ciascuno di noi ha tutti e 12 i pianeti nel proprio tema, però con una disposizione peculiare, tipica, assolutamente personale. 
Inoltre, nella ricchezza di attributi espressi dal tema natale tutti abbiamo possibilità di evoluzione o di riposizionamento molto ampie. Non illimitate, ma molto ampie. Il tema natale, se interpretato in modo aperto, non ti ruba affatto l’evoluzione. Esso mette in rilievo nodi e dinamiche salienti, ma che sono suscettibili di evolvere. 
Non dobbiamo dimenticare che queste cose, tra l’altro, il tema natale le esprime con un linguaggio simbolico, che dunque è aperto al massimo grado. I simboli astrologici sono quanto di più poliedrico e sfaccettato si possa immaginare. È la loro traduzione nel nostro codice linguistico, lineare, logico-razionale, che è suscettibile di appiattimento e di essere resa statica, definitiva, letterale. 
La traduzione, l’interpretazione del simbolo e il passaggio cruciale, il momento critico a cui dobbiamo prestare la massima attenzione, per garantirci di praticare un astrologia sana, aperta, che non faccia sentire le persone senza libertà di scelta.
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